3 Anni (e 3 giorni) dalla laurea.

La pergamena l'ho incorniciata... l'alloro è ora che lo butto.
Confesso che non ci stavo nemmeno facendo caso.

Però ci ha pensato Facebook con i suoi "ricordi" a ritirare fuori qualche foto della mia discussione di laurea. La seconda, ovviamente, che quando mi sono laureato in ingegneria ci mandavamo ancora i messaggi con i piccioni viaggiatori.

3 anni fa, il 28 Luglio del 2014, è finita l'avventura da studente in medicina. 3 anni e 3 giorni, per l'esattezza, che ora che scrivo ormai è il 31.

Comunque sia, qualche riflessione mi pare d'obbligo:

Prima di tutto, cosa che mi chiedono in molti: come vanno le cose? Ti piace la specializzazione? Ne è valsa la pena? Rifaresti questa scelta?

In realtà, dare una risposta non è semplicissimo. Bisogna capire un po' cosa provavo quando ho deciso di cambiare professione, che mi passava per la mente e quali obiettivi avevo.

Se torno indietro, e rileggo i vecchi post del vecchio blog, a dirla tutta avevo anche meno aspirazioni rispetto a quello che ho ottenuto: se ricordate non pensavo di entrare in specializzazione. Mi sarei accontentato di guardie, sostituzioni, prendere un master (che invece entrando in specializzazione ho perso) e imparare magari qualcosa molto di nicchia e molto richiesto con cui inserirmi in qualche ambiente di lavoro privato.

Insomma a me non interessava tanto cosa fare, come medico. Volevo prima di tutto diventarlo. Quello che cercavo era la realizzazione personale di essere me stesso, la persona che sentivo di voler diventare.

Che poi - magari - c'è qualche magagna proprio qui. Cioè, mi domando: sono arrivato, realizzato, completo? Sono tutto quello che volevo essere?

Ma questo probabilmente è impossibile. Raggiunto un traguardo ne troviamo sempre un altro, e la realizzazione modello "Nirvana" subito dopo la laurea non si è verificata. Ma suppongo che uno non potesse nemmeno aspettarsela.

Per rispondere meglio alle domande, allora, sì: personalmente sono più vicino a quello che vorrei essere. Rifarei sicuramente questa scelta (magari potendo inizierei prima), e ne è valsa al 100% la pena. Le mie aspirazioni sono state addirittura superate, per cui anche lavorativamente è andata meglio dei miei - magari un po' troppo pessimistici - progetti.

Poi della specializzazione ho parlato tanto anche prima della laurea. Ho sempre detto che non mi sarebbe piaciuto essere una sorta di studente/lavoratore in un ambiente in cui sei l'ultima ruota del carro, che vedevo gli altri specializzandi spesso scontenti e frustrati e che non ero convinto di volermi inserire in un percorso del genere. Tra l'altro - come dicevo - non sapevo nemmeno se sarei riuscito a entrare, per cui tutta la storia di provare a specializzarsi mi sembrava comunque un percorso pieno di aspetti negativi.

Nella realtà dei fatti fare la specializzazione è molto, molto meno peggio di quello che mi aspettavo. Io prevedevo di abbandonare già dopo pochi mesi, mentre ormai sono già 2 anni che reggo e vado avanti pur continuando a ripetermi "ma chi cazzo me l'ha fatto fare". Siamo semplicemente di fronte alla realtà dei fatti: stare in Pronto Soccorso da studente è stata una figata. Starci come specializzando, un po' meno.

Comunque sia, della specializzazione parlavo anche nel post precedente a questo. Per cui, se vi interessa sapere altro, magari cercate anche quello.

Per tutto il resto abbiamo risposto: fare lo specializzando non è la fine del mondo, ma le aspettative sono state anche superate. Sono felice di essere un medico, e sicuramente rifarei questa scelta. Parliamo a conti fatti di un successo. Un trionfo, si spera, il giorno che da specialista finirò a fare qualcosa che davvero, davvero mi piace al 100%. Il che è molto aleatorio, improbabile e sarebbe forse ingenuo aspettarsi tanto... ma di fatto esiste pure questa possibilità.

Una cosa, però, la vorrei aggiungere. E se anche ho divagato e tergiversato per pagine e pagine è questo il vero motivo per cui scrivo questo post:

Come forse saprete nel 2007, a 32 anni, ho deciso di mollare la carriera da ingegnere (fermo restando che sono ancora un ingegnere iscritto all'albo) e di intraprendere medicina.

E quando ho parlato a parenti e amici di questa scelta, non immaginate... o forse immaginerete benissimo, la pioggia di critiche, inviti a desistere, previsioni tragiche eccetera che ho dovuto sorbirmi a destra e manca. Qualcuno diceva che mi sarei stancato dopo pochi mesi. Qualcuno che mi sarei laureato ma non avrei mai avuto pazienti. Altri mi hanno detto che ero semplicemente troppo vecchio, e stop: troppo vecchio per iniziare un progetto e portarlo avanti.

C'è da dire che ho trovato anche una infinità di persone che mi hanno incoraggiato, spinto, sostenuto, aiutato e difeso in tutti i modi possibili e immaginabili. E diciamo anche che sono stati di gran lunga la maggioranza.

Ma soffermiamoci sulla critica. O meglio, sulla mia auto-critica che mi facevo anche da solo: quella di essere troppo vecchio. Quella che 6 anni di medicina non sarebbero finiti mai. Quella che un percorso lungo dovrebbe iniziare molto, molto prima dei 30 anni.

Be'... e invece, alla fine, siamo qua.

Sono passati 10 anni da quella decisione. 9 anni dal test di ammissione in medicina. 3 anni dalla laurea e 2 dall'inizio della specializzazione.

Sono la stessa persona di prima. Un po' più attempato, magari. Con tante cose ancora da realizzare, ma con quel qualcosa in più che alla fine ho portato a conclusione.

10 anni sarebbero passati in ogni caso, che io mi fossi iscritto a medicina o no. Soltanto ora magari starei lì ancora a chiedermi se non avessi dovuto farlo, o addirittura a decidere se iniziare adesso - a 42 anni - o lasciare definitivamente perdere.

Quello che dico io, in sintesi, è che c'è un po' questa idea diffusa che a 30 anni sei vecchio e che nella vita non puoi più combinare un cazzo. Già se vai a fare un colloquio magari ti fanno problemi o ti mettono in difficoltà. Perché c'è questa storia dell'età, che ogni cosa va fatta subito, in maniera competitiva e vincente.

Perché se inizi un lavoro 10 anni dopo gli altri allora lo farai per 10 anni in meno. E questo è poco efficiente, poco produttivo... si rientra meno dell'investimento. Non ne vale più la pena.

La realtà è che l'età è un numeretto che rappresenta quanto tempo fa siamo nati. E a 30 anni sei come uno di 20 e come uno di 70. L'importante è stare bene in salute, avere dei progetti e la voglia di realizzarli.

Se avessi desistito dal mio folle piano della doppia laurea, pensando di essere troppo vecchio - cosa che comunque mi ha portato a procrastinare per anni - penso che a questo punto della mia vita sarei la stessa identica persona soltanto con una grossa mancanza e un ancor più grande rimpianto.


Simone

Commenti

  1. Sono silente ma da anni continuo la lettura dei tuoi blogs... sono una 34enne che è riuscita finalmente 2 anni fa ad arrivare all'indeterminato, quindi non posso che appoggiare in pieno tutte le tue osservazioni :-) ciao

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  2. Per quanto riguarda il lavoro? Un medico non giovanissimo in quanto tempo riesce a trovare un lavoro?

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  3. Grazie Simone, la tua testimonianza è da esempio e da fiducia a molte persone ^^

    Sara

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  4. Ciao Simone, hai perfettamente ragione quanto ti capisco.
    Alla soglia dei 40 anni il mio più grosso rimpianto è non aver seguito il mio sogno di diventare veterinaria. ..ma non smetto di crederci e di sperare che un giorno lo realizzero'
    Tina

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  5. Caro Simone,
    dopo tanto tempo ritorno a leggerti, come un vecchio amico ritrovato. Un gran piacere, davvero. Soprattutto vedere come l'umiltà della tua decisione ha portato frutti oltre l'insperato.
    Se posso, ti farei una domanda, per conoscere la tua opinione. Sono quasi quarantenne, con prole abbastanza piccola e coniuge. Il pensiero di studiare medicina mi ha accompagnato in maniera costante ma è tornato prepotente in questi ultimi tempi, soprattutto quando peregriniamo tra medici per i malanni della prole. Come lo vedi, tu, questo desiderio di rimettersi sui libri soprattutto per essere pronti ad esercitare in famiglia senza quel brutto senso di impotenza ogni volta che li vedo malati?
    Va da sé che mi dico da me che questa è un'idea ridicola;)... che torna puntualmente il giorno dopo.
    Un grazie per la risposta e un abbraccio.

    Domanda aggiuntiva e forse superflua: esiste una facoltà di medicina che preveda lo svolgimento online di una parte del percorso?

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  6. Ciao Collega, bel blog, scoperto stanotte in turno di guardia.
    Anche se non siamo così pochi, noi ritardatari, rimaniamo pur sempre delle mosche bianche. Al mio corso ero l'unico "vecchietto" e perdipiù proveniente da un itis in mezzo a tanti ragazzetti del liceo, c'è voluta parecchia fatica ma a 7 anni e mezzo dalla laurea posso dirmi soddisfatto... certo se mi avessero detto che "un dottore" arriva a fare anche 100 ore di ambulatorio la settimana li avrei presi per matti... e invece forse il matto ero io. Soddisfatto dicevo... stanco morto, ma soddisfatto.

    Il Just do it! come filosofia di vita (e affanculo il ritorno dell'investimento :p)

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  7. Caro Simone ti scrivo per chiederti un consiglio. Da ormai quattro anni sono iscritta un corso di laurea(Giurisprudenza) dove pur dando esami seguo le lezioni con davvero poco interesse. Da un paio d'anni provo il test di medicina avvicinandomi al "punteggio soglia" senza tuttavia entrare.Il prossimo settembre avrò 23 anni,la domanda è vale la pena riprovare e ricominciare tutto daccapo a 23 anni(voglio dire medicina è comunque un percorso lungo)?
    Ti ringrazio della tua attenzione e compimenti per la tua carriera!

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  8. sei un grande e mi hai ispirato! ho quasi finito il primo semestre di medicina e sono sempre più felice della scelta! sto cercando anch'io di scrivere un blog sulla mia esperienza, veramente molto simile alla tua! in gamba man ;)

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