Non si finisce mai di imparare... o almeno spero.

La NIV sarebbe quella roba che ha sulla faccia. Credo.
Il terzo anno, oltre a terribili e pesantissimi turni notturni (ma dopo 2 anni ci ho fatto il callo), ha portato un bel periodo di rotazione in sala rossa.

La sala rossa, o sala 1 come si chiama a volte, o sala urgenze, è la parte del pronto soccorso dove accedono i pazienti più gravi. Se ricordate i miei vecchi racconti da studente, tutta la tesi e il periodo post laurea li ho passati proprio nella sala rossa dell'ospedale dove stavo prima, e confesso che ho scelto medicina d'urgenza come specializzazione anche nell'idea di continuare a fare quel genere di lavoro.

E così, dopo un bel po' di gavetta, mi sto finalmente occupando di più delle emergenze e del tipo di medicina che mi appassiona maggiormente. Non che vedere anche i pazienti meno gravi non mi piaccia (la medicina d'urgenza mi piace tutta) ma per assurdo trovo che per gestire un codice rosso ci si possa in un certo senso "limitare" a seguire linee guida e iter più "standardizzati", mentre i pazienti con patologie meno gravi siano gestiti meglio e con maggior successo da medici con maggiore preparazione ed esperienza.

Insomma vi sembrerà una cosa un po' strana, ma trovo che sia più facile occuparsi di stabilizzare e avviare l'iter di un paziente "acuto" piuttosto che seguire e monitorare un paziente "cronico".

Tra l'altro in sala 1 sto lavorando più a contatto con i rianimatori, e dopo il breve periodo in sala operatoria dell'anno scorso è anche una buona occasione per apprendere e migliorare tecniche e procedure che - per forza di cose - in sala gialla e verde si usano di meno: accessi arteriosi, drenaggi, ventilazione eccetera... tutte cose che fanno parte della mia professione ma per le quali non sempre c'è occasione di imparare e di esercitarci magari accanto a qualcuno esperto.

Oltre a questo, la scorsa settimana ho seguito un corso NIV... al quale tra l'altro mi ha invitato uno dei rianimatori con cui sto frequentando adesso (parlando appunto di possibilità di imparare).

La NIV sarebbe la Ventilazione Non Invasiva (forse perché VNI suonava male), e in pratica è un sistema per aiutare la respirazione di un paziente senza però doverlo sedare e intubare. Una via di mezzo tra una mascherina dell'ossigeno e una postazione di terapia intensiva, insomma.

Il corso è stato estremamente e tremendamente difficile. Mettiamoci però che sono cose che ho già iniziato a maneggiare e a studicchiare da un po' di tempo, e devo dire che piano piano sto iniziando finalmente a capirci qualcosa.

L'altra notte per dire ho montato una NIV a un paziente. E poi - come faccio comunque in ogni caso - ho chiamato il rianimatore per far controllare il tutto, e vedere che non c'era più di tanto fuori posto e da correggere in quello che aveco combinato io è stata una piccola soddisfazione... che poi è cresciuta ulteriormente quando ho visto che il paziente migliorava. Ho imparato a fare una cosa ed è una cosa che serve ai pazienti: sembra quasi che il percorso di specializzazione abbia un senso :)

Ancora, col rianimatore capo della Sala Rossa abbiamo deciso di studiarci un po' l'ecocardiografia. A dire il vero volevo fare da anni ormai un corso e un periodo di frequenza in qualche ambulatorio. Sono passati però - appunto - anni, e a parte provare un po' per conto mio e saper bene o male dare una "ecografata" (come la chiamo io) in urgenza, sono ancora lontano da un risultato professionale.

La matita è ancora quella avanzata dal concorso per la specializzazione...
Alla fine insomma ho deciso di tagliare la testa al toro: mi sono comprato un libro, me la studio come si deve da solo, le ecografie le faccio in sala rossa insieme al rianimatore, e i soldi del corso me li mangio o ci vado in vacanza. O forse magari li spendo per un corso più avanti... non lo so, vedremo.

E così, per farla breve: terzo anno di specializzazione. Le cose cambiano (pare) in meglio, con più turni e rotazioni interessanti. Lo studio e le cose da imparare sono ancora molte, quasi infinite, ma l'importante è non fermarsi e continuare a "spingere". Che finita la specializzazione imparare cose nuove diventa molto più difficile, o anche impossibile una volta che sei fisso in un posto e devi fare quello che bisogna fare e nient'altro.

Va bene. Penso di avervi raccontato tutte le novità, e vi saluto. Spero di aggiornare durante le feste, ma visti i miei ritmi attuali vi faccio gli auguri subito, e poi magari ve li rifaccio di nuovo piuttosto che saltarli del tutto.

Insomma auguri e a presto con le prossime novità. E adesso torno a studiarmi l'ecocardio.

Simone

Commenti

  1. e che libro hai comprato?

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    1. Guarracino, ecocardiografia in area critica.
      https://www.amazon.it/Ecocardiografia-area-critica-Fabio-Guarracino/dp/8821429636

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    2. grazie, vedrò di procurarmelo

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